sabato 5 marzo 2016

COPPIA IN CRISI E INTERVENTO GESTALTICO


 
La Gestalt nel corso degli ultimi due decenni ha progressivamente integrato e sviluppato nuovi strumenti d'intervento, ampliando il tradizionale approccio individuale e di gruppo, proponendo di applicare la tecnica Gestaltica in un ambito impegnativo e umanamente complesso come il trattamento nelle problematiche di coppia.
 
La Gestalt ha come obiettivo e peculiarità tecnica di:
§  Permettere uno spazio d’incontro e di consapevolezza del piano emotivo, inteso come vissuto personale e irripetibile dell’individuo.
§  Permettere di verificare ed eventualmente di mettere in discussione i processi cognitivi  e i fondamenti dell'individuo alla luce delle  sue esperienze.
§  Permettere l'espressione e la comprensione -in una condizione protetta (setting fisico e psicologico)  ed in una modalità specificatamente commisurata – del proprio vissuto, attraverso il veicolo verbale, non verbale, prossemico.
Da questo è possibile evincere come, nel caso specifico dell'intervento di coppia, la tecnica Gestaltica offra un interessante spazio di manovra (Zinker, 1977).
 
 
Stili emotivi nella coppia
 
Nardone ci parla in maniera approfondita (2010) dei vissuti emotivi della coppia nel setting.
Vediamo di seguito gli stili emotivi predominanti nella coppia:
 
 
§  Depressivo/Aggressivo: predomina un ciclo emotivo riassumibile, in sostanza, nella modalità di tipo Frustrazione/Rabbia/Risentimento/Colpa.
Questo ciclo, apparentemente chiuso, mina la capacità di riconoscere, incontrare ed attivare le risorse interne come anche verso le possibili risorse esterne.
In questo caso l’evento disfuzionale che presenta la coppia ha funzione di problema/soluzione.
 
 
§  Ambivalente/Schizoide: predomina un ciclo emotivo rappresentabile nella modalità di tipo Manipolativa con un conseguente binomio richiesta/sfiducia, difesa/attacco, amore/odio.
Il sentire l’emozione è considerato pericoloso e quindi vi è un meccanismo di auto-negazione e auto-mistificazione per cui il mondo interno emotivo è costantemente posto in una condizione di squalifica e tensione che viene proiettata anche sul coniuge.
In questo caso l’evento disfuzionale della coppia ha funzione di ridefinire, di volta in volta, i confini interni ed esterni nonché il potere individuale nella coppia stessa.
 
 
 
§  Ansiogeno/Ossessivo: predomina un ciclo emotivo rappresentabile nell’interazione di una modalità sia Depressa che Manipolativa e, nel comportamento manifesto, il binomio diviene: controllo/resistenza cui segue limite/collusione.
Il bisogno di controllo verso l’esterno poggia su un vissuto di totale assenza di risorse – sia esse interne che esterne – provocando un effetto ansiogeno esponenziale, ove è richiesto progressivamente più controllo sino ad un evento risolutivo paradossale che evoca uno stallo nella quale nessun controllo è il massimo controllo.
A questo punto, l’evento disfuzionale della coppia, è come una fonte di sedazione, come fonte di ristrutturatore interno. A questo vi è un ulteriore aspetto da aggiungere, ovvero che l’evento disfuzionale diviene capitale nell’economia della coppia tanto da divenirne l’unico tema possibile, tanto da essere poi percepito come risoluzione definitiva verso l’ansia relazionale.
 
 
I temi esistenziali della coppia
La coppia può presentare un variegato elenco di temi e situazioni, ma ognuno di questi è riconducibile a due elementari tematiche esistenziali:
§  Ossessivo/Aggressivo: i processi cognitivi e i loro contenuti hanno come presupposto funzionale e caratteristica saliente una ricorrenza e continuità molto serrata ed ossessiva che, in questo lavoro specifico e nella consulenza di coppia, sono definiti come mind looping (looping: avvolgendo, avvolgente;  mind: mente).
L’obiettivo strategico di questi contenuti, nell’economia comunicativa della coppia, è la coazione a ripetere di concetti ritenuti aperti o non pienamente soddisfatti e l’elemento abbinato a questi processi e contenuti è l’aspetto aggressivo implicito.
§  Paradossale/Schizoide: le affermazioni fatte all’interno (verso se stessi e verso il proprio vissuto relazionale) e all’esterno (verso la realtà e le risorse disponibili) seguono una logica paradossale, nella quale la definizione delle cose e i rapporti tra le cose stesse riconducono ad uno schema rappresentabile come doppio legame e necessità di agire un potere all’interno e all’esterno dello spazio/coppia.
Abbiamo sempre e comunque due aspetti salienti da dover considerare, ossia una capacità comunicativa ed espressiva specifica:
 Verbale: la comunicazione schiettamente verbale risente degli aspetti strutturali e funzionali che nella coppia sono sperimentati, di volta in volta, dai partners sia come ego-sintonici che ego-distonici rispetto alle reazioni dell’altro.
In tutti e due i casi abbiamo, quindi, una relativa verbalizzazione dei pensieri e un’ambivalenza fortissima nel definire e comunicare i sentimenti e le emozioni, sia proprie che altrui.
Non verbale: sono marcati gli atteggiamenti di chiusura estrema o di aperta sfida reattiva che si determinano in una vera e propria ristrutturazione sia degli atteggiamenti, sia della ripartizione degli spazi/potere.

 
Modalità di resistenza al contatto nella coppia disfunzionale

Da un punto di vista strettamente legato alla problematica della resistenza al contatto in Gestalt (Naranjo, 2009), la coppia disfunzionale si muove all’interno di uno spazio mai veramente definito e mai interamente vissuto, che comprende quattro aspetti distinti:

§  lo spazio d’intimità

§  lo spazio sociale

§  lo spazio della trasgressione

§  lo spazio della collusione

La coppia disfunzionale non vive in modo consapevole nessuno di questi spazi o, per meglio dire, il vissuto è presente ma è distorto e condizionato dai presupposti, dalle tematiche e dai giochi impliciti nella coppia stessa.
 
Non riuscendo a vivere di volta in volta in modo funzionale questi diversi spazi, la coppia vive l’evento disfunzionale e problematico come unica realtà capace di concretizzare un qualche tipo di vissuto ed idea futura di coppia. In questo caso definiamo l’elemento disfunzionale come il mediatore e driver di ogni possibile vissuto emotivo e cognitivo e di ogni possibile atto sia esso agito che mancato.
 
 
La coppia disfunzionale è un tipo di evenienza complessa, proteiforme e pluriforme che mantiene, sempre e comunque, delle precise costanti.
 
Queste costanti sono gli elementi e i temi che esplicano la disfunzionalità relazionale della coppia stessa; l’evento, o gli eventi, disfunzionali non sono da considerarsi come un punto di inizio della problematica sistemico/relazionale, ma sono invece un punto di arrivo e di concretizzazione di tutta una serie di vissuti e fattori che hanno determinato come risoluzione di compromesso l’evento disfunzionale che è, al contempo, l’aspetto problematico, ma anche l’aspetto risolutorio di un processo disfunzionale alla base.
 
 
 
In questo senso la Gestalt aiuta a identificare tre processi salienti di contatto interno ed esterno della coppia disfunzionale:
 
 
§  Retroflessione: negazione della problematica disfunzionale o sua totale presa in carico da parte di un solo elemento della coppia. L’elemento strategico preponderante è la squalifica dell’elemento responsabilità e della contrattazione delle risorse disponibili.
§  Deflessione: il focus problematico e disfunzionale è riferito ad elementi che volutamente esulano dalla coppia. L’elemento strategico preponderante è la mistificazione delle responsabilità e delle risorse, una distorsione deliberata.
§  Confluenza: l’elemento problematico è posto in una modalità collusiva estrema. L’elemento strategico preponderante è l’aggressività come paradossale assunzione di responsabilità ma inutilizzo delle risorse da contrattare.
 
Metodo
Nella relazione di coppia vi sono delle evidenze ricorrenti che sono specifiche di questo sistema relazionale.
La coppia è un sistema a tre (Minuchin, 1974). In questo sistema l’Io incontra e sperimenta un Tu, in questo incontrare e sperimentare l’altro l’individuo percepisce, sperimenta, proietta, agisce/reagisce in un nuovo livello che è ben di più della semplice somma delle parti Io /Tu e tale livello nella sua qualità e quantità prende il nome di Noi.
L’Io che incontra il Tu lo fa a tutti i livelli del proprio essere accorpando ognuno dei seguenti sistemi integrati:
§  Fisiologico-Corporeo
§  Cognitivo-Comportamentale
§  Ideativo-Emotivo
§  Sistemico Relazionale
 
Se l’Io porta con sé tutto questo, la stessa cosa compie il Tu.
Il Noi allora non è solamente un contenitore ove vanno a collocarsi ed agire le istanze e i processi individuali ma, paradossalmente, assume la funzione di un terzo elemento che è ben più della semplice somma delle parti, come dire: 1+1= 3, dove 1 e 1 stanno per un Io e per un Tu che interagiscono sia a livello proiettivo che concreto e dove 3 sta per un Noi e tutto ciò che concerne l’esperienza della coppia.
Questo 3, il Noi, è da considerarsi come un nuovo elemento, definito con caratteristiche strutturali e processuali assolutamente nuove ed impreviste.
 
Fondamentale sarà una linea di colloquio tesa a restituire alla coppia, al Noi, e non tanto al singolo esclusivo individuo, le idee, le emozioni e gli aspetti non verbali che di volta in volta si presenteranno.
La tecnica Gestaltica è particolarmente utile in questo contesto dove i concetti e le emozioni vengono individualmente vissuti ed esperiti all'interno della coppia, poiché, pur non negando il valore profondo del passato come esperienza ed identità, centra l’individuo nel suo presente reale e sulle sue possibili risorse rispetto ad una problematica che rappresenta sofferenza e che provoca un blocco evolutivo.
   Nardone, G. (2010). Gli errori delle donne (in amore). Milano: Ponte alle Grazie.
   Naranjo, C. (2009). Per una Gestalt Viva. Roma: Astrolabio Ubaldini.
   Minuchin, S. (1974). Families & family therapy. Londra: Tavistock.