mercoledì 25 giugno 2014

Freud arte-terapeuta? di Marco Avena


 
Il punto di riferimento essenziale, se non altro per una questione di comodità, per il

lettore italiano che voglia conoscere il pensiero freudiano sull’arte, è senza dubbio la raccolta, edita dalla Boringhieri di Torino per la prima volta nel 196911, intitolata Saggi sull’arte, la letteratura e il linguaggio. L’utilità di tale raccolta, curata, come del resto tutto il corpus delle opere freudiane della stessa casa editrice, da un profondo conoscitore della psicoanalisi come Cesare Musatti12, può probabilmente fuorviare il lettore presentando una visione troppo organica e sistematica. In realtà ad una attenta lettura ci si rende conto che Freud ha avuto un interessamento costante per l’argomento arte e creatività, soprattutto per quanto riguarda la letteratura, ma non ha mai analizzato in maniera dettagliata il problema con uno studio monografico. Ciò rappresenta senza dubbio una manchevolezza ma, al tempo stesso, una fortuna per la ricerca postuma: egli ha così potuto mantenere un rapporto aperto, libero e molto informale con le sue idee sull’arte, consegnando ai posteri riflessioni su molti aspetti differenti del problema: dalla psicoanalisi “applicata” alle opere e alla vita degli artisti, al ruolo della creatività nel sistema psichico dell’uomo fino al problema della fruizione dell’opera d’arte e ai suoi meccanismi. Inoltre Freud non è stato il solo psicoanalista delle origini ad interessarsi di arte, dato che molti suoi discepoli se ne sono occupati11, affrontando però l’argomento in un’ottica più strumentale che analitica: occorreva ritrovare nelle opere degli artisti i segni tangibili che la psicoanalisi stesse solcando la giusta strada verso la conoscenza della psiche. Il fatto che Freud fosse altamente attratto dall’arte è notoriamente testimoniato, oltre che da egli stesso, dai biografi che hanno raccontato della sua vasta ed importantissima collezione di reperti antichi, soprattutto di origine egizia, greca e romana12: il suo studio poteva forse già essere il prototipo di un moderno setting arteterapeutico?Il suo circondarsi di opere antiche, custodite soprattutto nella stanza dedicata alle sedute con i suoi pazienti, potrebbero, in maniera forse un po’ ardita, dimostrare una riconosciuta capacità, se non proprio curativa, quantomeno favoritrice dell’emersione dell’inconscio e del processo terapeutico?

9 La raccolta, a cui si rifanno tutti le citazioni tranne quelle altrimenti segnalate, è stata pubblicata in due volumi:S. Freud (1969), Saggi sull’arte, la letteratura e il linguaggio, Boringhieri, Torino.

10 Cesare Musatti è una delle figure più prestigiose della psicoanalisi italiana ed, inoltre, studioso di percettologia. Tra le sue opere dedicate ai rapporti tra psicoanalisi e arte, in particolare riguardo al cinema, sono da citare: C. Musatti (1970), Libertà e servitù dello spirito, Boringhieri, Torino. Inoltre: id. (1976), Riflessioni sul pensiero psicoanalitico e incursioni nel mondo delle immagini, Boringhieri, Torino.

11 Ad esempio: O. Rank (1979), Il doppio: il significato del sosia nella letteratura e nel folklore, Sugar Co, Milano. Oppure: id. (1989), Il mito dell’incesto nella poesia e nella leggenda: fondamenti psicologici della creazione poetica, Sugar Co, Milano. Anche il più importante biografo di Freud, Ernst Jones, ha scritto di arte, in particolare: E.Jones (1971), Saggi di psicologia applicata: estetica, sociologia, politica, Guaraldi, Firenze.

12 Per un’analisi specifica: L. Gamwell, R. Wells (a cura di) (1990), Freud e l'arte: la collezione privata di arte antica,
Il Pensiero Scientifico, Roma.
 

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