Il punto di riferimento essenziale, se non altro per una questione di
comodità, per il
lettore italiano che
voglia conoscere il pensiero freudiano sull’arte, è senza dubbio la raccolta,
edita dalla Boringhieri di Torino per la prima volta nel 196911, intitolata Saggi
sull’arte, la letteratura e il linguaggio. L’utilità di tale raccolta,
curata, come del resto tutto il corpus delle opere freudiane della stessa casa
editrice, da un profondo conoscitore della psicoanalisi come Cesare Musatti12, può probabilmente
fuorviare il lettore presentando una visione troppo organica e sistematica. In
realtà ad una attenta lettura ci si rende conto che Freud ha avuto un
interessamento costante per l’argomento arte e creatività, soprattutto per
quanto riguarda la letteratura, ma non ha mai analizzato in maniera dettagliata
il problema con uno studio monografico. Ciò rappresenta senza dubbio una
manchevolezza ma, al tempo stesso, una fortuna per la ricerca postuma: egli ha
così potuto mantenere un rapporto aperto, libero e molto informale con le sue
idee sull’arte, consegnando ai posteri riflessioni su molti aspetti differenti
del problema: dalla psicoanalisi “applicata” alle opere e alla vita degli
artisti, al ruolo della creatività nel sistema psichico dell’uomo fino al
problema della fruizione dell’opera d’arte e ai suoi meccanismi. Inoltre Freud
non è stato il solo psicoanalista delle origini ad interessarsi di arte, dato
che molti suoi discepoli se ne sono occupati11, affrontando però l’argomento in
un’ottica più strumentale che analitica: occorreva ritrovare nelle opere degli
artisti i segni tangibili che la psicoanalisi stesse solcando la giusta strada
verso la conoscenza della psiche. Il fatto che Freud fosse altamente attratto
dall’arte è notoriamente testimoniato, oltre che da egli stesso, dai biografi
che hanno raccontato della sua vasta ed importantissima collezione di reperti
antichi, soprattutto di origine egizia, greca e romana12: il suo studio poteva
forse già essere il prototipo di un moderno setting arteterapeutico?Il suo
circondarsi di opere antiche, custodite soprattutto nella stanza dedicata alle
sedute con i suoi pazienti, potrebbero, in maniera forse un po’ ardita,
dimostrare una riconosciuta capacità, se non proprio curativa, quantomeno
favoritrice dell’emersione dell’inconscio e del processo terapeutico?
9 La raccolta, a cui si rifanno tutti le citazioni tranne quelle altrimenti
segnalate, è stata pubblicata in due volumi:S. Freud (1969), Saggi
sull’arte, la letteratura e il linguaggio, Boringhieri, Torino.
10 Cesare Musatti è una
delle figure più prestigiose della psicoanalisi italiana ed, inoltre, studioso
di percettologia. Tra le sue opere dedicate ai rapporti tra psicoanalisi e
arte, in particolare riguardo al cinema, sono da citare: C. Musatti (1970), Libertà
e servitù dello spirito, Boringhieri, Torino. Inoltre: id. (1976), Riflessioni
sul pensiero psicoanalitico e incursioni nel mondo delle immagini,
Boringhieri, Torino.
11 Ad esempio: O. Rank
(1979), Il doppio: il significato del sosia nella letteratura e nel folklore,
Sugar Co, Milano. Oppure: id. (1989), Il mito dell’incesto nella
poesia e nella leggenda: fondamenti psicologici della creazione poetica,
Sugar Co, Milano. Anche il più importante biografo di Freud, Ernst Jones, ha
scritto di arte, in particolare: E.Jones (1971), Saggi di psicologia
applicata: estetica, sociologia, politica, Guaraldi, Firenze.
12 Per un’analisi specifica: L. Gamwell, R. Wells (a cura di) (1990), Freud
e l'arte: la collezione privata di arte antica,
Il Pensiero Scientifico,
Roma.
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