“Dipendenza senza sostanza”
una
disfunzione rappresentativa della società post moderna che ha base nelle
“dipendenze comportamentali”
La definizione di “dipendenza
senza sostanza “ comporta per l’ individuo una ricerca continua degli effetti
prodotti su corpo e mente da un comportamento (gioco, internet, telefono,
lavoro, sport, sesso, acquisti
compulsivi,cibo, etc.) che induce un piacere ottenuto da uno stato di trance
autoindotto che aliena la realtà ordinaria e conflittuale del vivere. Gli approcci
terapeutici tradizionali (siano essi di natura farmacologica o comportamentale)
tentano da un lato di limitare i processi nervosi che attivano il desiderio e
dall’altro di potenziare i meccanismi di inibizione comportamentale. Questo
vale sia per la dipendenza da sostanze (disturbi di uso della sostanza SUD) che
per le BA, poiché presentano sintomatologie simili, infatti i meccanismi
coinvolti si desume siano di natura neurochimica e genetica per entrambi; viene
inoltre sottolineata l'importanza della corteccia prefrontale sia nelle BA che
nelle SUD.
In questi ultimi anni la ricerca
ha portato a nuove applicazioni in grado di stimolare selettivamente e in modo
non invasivo i sistemi neurali correlati alle dipendenze attraverso
l’applicazione di tecnologie che usano correnti elettriche o campi magnetici, diventando
terapie“fisiche” alternative, applicabili al campo neuropsicologico. Quando un campo elettrico o una corrente
elettrica vengono applicati al tessuto neurale si producono variazioni
dell’eccitabilità corticale e vengono a generarsi fenomeni di modulazione della
sincronizzazione dell’attività delle popolazioni neurali.

Tra queste si sono imposte in
particolare la stimolazione magnetica transcranica TMS e la stimolazione transcranica
a corrente continua tDCS, in virtù della loro precisione al loro costo
relativamente basso e alla crescente disponibilità di studi sperimentali che
certificano la loro sicurezza, sembrano suggerire una qualche efficacia
(Polanía, Paulus, & Nitsche, 2011). La TMS in cui piccole correnti
elettriche localizzate sono indotte nella corteccia da un campo magnetico
potente, è la tecnica non invasiva più comunemente studiata per stimolare il
cervello. Gli effetti biologici della TMS non sono ancora del tutto chiariti sembra
possa ripristinare il normale funzionamento dei circuiti danneggiati rimettendo
sotto controllo il desiderio che spinge verso la dipendenza. Causa poco disagio e (a differenza di molti
farmaci) ha un relativamente blando profilo-effetto collaterale. L’elevato
campo magnetico indotto deve essere utilizzato con cautela in pazienti
portatori di protesi metalliche ferromagnetiche, mentre sembra che le placche
in titanio e le clip per aneurismi in acciaio inossidabile non rappresentino un
criterio di esclusione assoluto all’utilizzo della TMS. Non deve essere
utilizzata invece in pazienti portatori di stimolatori elettrici quali
pacemaker cardiaci o neurostimolatori o impianti cocleari per l’ipoacusia.
La seconda tecnologia più
comunemente studiata è la stimolazione della corrente continua transcranica tDCS
correnti elettriche continue che polarizzano i tessuti, la polarizzazione
consiste in un accumulo di ioni di carica differente al di sotto del catodo e
dell’anodo che può produrre effetti anche prolungati sul funzionamento delle
cellule nervose. Nonostante sia una tecnica “giovane” diversi studi la individuano
come un possibile strumento per il trattamento di condizioni neuropsichiatriche
quali depressione, ansia, morbo di Parkinson, demenza di Alzheimer, dolore
cronico, dipendenze, riabilitazione post ictus o traumi. Secondo l’articolo
citato dal Professor R. Perri una ricerca bibliografica è stata condotta sui
database di MEDLINE e ScienceDirect fino al 2014, sulla base dei seguenti
criteri di selezione: studi clinici su tDCS e BAs (cioè disturbi alimentari,
acquisto compulsivo, dipendenza da Internet, gioco d'azzardo patologico,
dipendenza sessuale, dipendenza da sport, dipendenza da videogiochi). Su 402
articoli ne sono stati selezionati sette, basati su un'alimentazione anomala, per
gli altri disturbi di BA non è ancora stato condotto una ricerca al
riguardo. Il risultato di questi
interventi è che la tDCS è in grado di ridurre il desiderio di cibo e migliorare
i comportamenti anoressici. Agendo sul
processo decisionale e sull’assunzione del rischio può quindi diminuire
l'impulsività dei soggetti dipendenti.
La tDCS prevede l’applicazione di
deboli correnti elettriche di intensità costante e per diversi minuti
direttamente sullo scalpo mediante elettrodi: anodo (negativo) e catodo (positivo). Queste correnti generano
un campo elettrico che modula l’attività neurale ed alterano la frequenza di
scarica dei neuroni inducendo un cambiamento nella polarizzazione della
membrana neurale. La tDCS anodica depolarizza la membrana cellulare dei neuroni
favorendo quindi la loro eccitabilità, quella catodica iperpolarizza i neruoni,
ha effetti inibitori e quindi li rende meno propensi a comunicare, cioè a
rilasciare neurotrasmettitori. Dati sperimentali dimostrano che è possibile
ottenere degli effetti che dipendono dal tipo di stimolazione, cioè: aumentare
(facilitare) o ridurre (inibire) l’eccitabilità di un area cerebrale sulla base
del tipo di stimolazione applicata. Nello specifico la tDCS permette una
stimolazione anodica che riduce l’attività GABAergica la quale provoca
un'eccitazione dell'attività neuronale, ed una stimolazione catodica che riduce
l’attività glutammatergica che invece riduce-inibisce l’attività neuronale. Se
la stimolazione viene praticata più volte è possibile rendere le modificazioni
più stabili e durature supportando durevolmente le modificazioni del desiderio anche
dopo la fine della stimolazione e rendendo possibile migliorare la prestazione in numerosi compiti
cognitivi. Gli elettrodi sono costituiti da una spugna sintetica imbevuta di
una soluzione salina per l’aumento di conduttività quindi impianti metallici
all’interno del cranio o dispositivi impiantati che conducono corrente
elettrica sono le uniche controindicazioni per il trattamento.
L’attivazione di questa tecnica
essendo in grado di modificare i processi decisionali (condividono meccanismi
comuni con i comportamenti impulsivi osservati nelle dipendenze) li rende più
responsivi ad una stimolazione riabilitativa comportamentale, il trattamento combinato
delle due tecniche potrebbe rendere più efficaci i loro effetti individuali.
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