giovedì 25 luglio 2019

Dipendenze Comportamentali BA a cura di Mariacristina Guardenti














“Dipendenza senza sostanza”

 una disfunzione rappresentativa della società post moderna che ha base nelle

“dipendenze comportamentali”



Le dipendenze comportamentali (behavioral addictions BA) sono patologie complesse per le quali trattamenti farmacologici e psicoterapeutici hanno mostrato alcuni limiti. Le stimolazioni cerebrali non invasive come la stimolazione magnetica Transcranica(TMS) e la stimolazione della corrente continua transcranica (tDCS) aprono nuove prospettive al riguardo poiché sono in grado di determinare consistenti effetti clinici. La stimolazione cerebrale profonda (invasiva) rappresenta invece la principale metodica di stimolazione invasiva per il trattamento della malattia di Parkinson avanzata.   

La definizione di “dipendenza senza sostanza “ comporta per l’ individuo una ricerca continua degli effetti prodotti su corpo e mente da un comportamento (gioco, internet, telefono, lavoro, sport,  sesso, acquisti compulsivi,cibo, etc.) che induce un piacere ottenuto da uno stato di trance autoindotto che aliena la realtà ordinaria e conflittuale del vivere. Gli approcci terapeutici tradizionali (siano essi di natura farmacologica o comportamentale) tentano da un lato di limitare i processi nervosi che attivano il desiderio e dall’altro di potenziare i meccanismi di inibizione comportamentale. Questo vale sia per la dipendenza da sostanze (disturbi di uso della sostanza SUD) che per le BA, poiché presentano sintomatologie simili, infatti i meccanismi coinvolti si desume siano di natura neurochimica e genetica per entrambi; viene inoltre sottolineata l'importanza della corteccia prefrontale sia nelle BA che nelle SUD.

In questi ultimi anni la ricerca ha portato a nuove applicazioni in grado di stimolare selettivamente e in modo non invasivo i sistemi neurali correlati alle dipendenze attraverso l’applicazione di tecnologie che usano correnti elettriche o campi magnetici, diventando terapie“fisiche” alternative, applicabili al campo neuropsicologico. Quando un campo elettrico o una corrente elettrica vengono applicati al tessuto neurale si producono variazioni dell’eccitabilità corticale e vengono a generarsi fenomeni di modulazione della sincronizzazione dell’attività delle popolazioni neurali.

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Tra queste si sono imposte in particolare la stimolazione magnetica transcranica TMS e la stimolazione transcranica a corrente continua tDCS, in virtù della loro precisione al loro costo relativamente basso e alla crescente disponibilità di studi sperimentali che certificano la loro sicurezza, sembrano suggerire una qualche efficacia (Polanía, Paulus, & Nitsche, 2011). La TMS in cui piccole correnti elettriche localizzate sono indotte nella corteccia da un campo magnetico potente, è la tecnica non invasiva più comunemente studiata per stimolare il cervello. Gli effetti biologici della TMS non sono ancora del tutto chiariti sembra possa ripristinare il normale funzionamento dei circuiti danneggiati rimettendo sotto controllo il desiderio che spinge verso la dipendenza.  Causa poco disagio e (a differenza di molti farmaci) ha un relativamente blando profilo-effetto collaterale. L’elevato campo magnetico indotto deve essere utilizzato con cautela in pazienti portatori di protesi metalliche ferromagnetiche, mentre sembra che le placche in titanio e le clip per aneurismi in acciaio inossidabile non rappresentino un criterio di esclusione assoluto all’utilizzo della TMS. Non deve essere utilizzata invece in pazienti portatori di stimolatori elettrici quali pacemaker cardiaci o neurostimolatori o impianti cocleari per l’ipoacusia.  

La seconda tecnologia più comunemente studiata è la stimolazione della corrente continua transcranica tDCS correnti elettriche continue che polarizzano i tessuti, la polarizzazione consiste in un accumulo di ioni di carica differente al di sotto del catodo e dell’anodo che può produrre effetti anche prolungati sul funzionamento delle cellule nervose. Nonostante sia una tecnica “giovane” diversi studi la individuano come un possibile strumento per il trattamento di condizioni neuropsichiatriche quali depressione, ansia, morbo di Parkinson, demenza di Alzheimer, dolore cronico, dipendenze, riabilitazione post ictus o traumi. Secondo l’articolo citato dal Professor R. Perri una ricerca bibliografica è stata condotta sui database di MEDLINE e ScienceDirect fino al 2014, sulla base dei seguenti criteri di selezione: studi clinici su tDCS e BAs (cioè disturbi alimentari, acquisto compulsivo, dipendenza da Internet, gioco d'azzardo patologico, dipendenza sessuale, dipendenza da sport, dipendenza da videogiochi). Su 402 articoli ne sono stati selezionati sette, basati su un'alimentazione anomala, per gli altri disturbi di BA non è ancora stato condotto una ricerca al riguardo.   Il risultato di questi interventi è che la tDCS è in grado di ridurre il desiderio di cibo e migliorare i comportamenti anoressici.  Agendo sul processo decisionale e sull’assunzione del rischio può quindi diminuire l'impulsività dei soggetti dipendenti.

La tDCS prevede l’applicazione di deboli correnti elettriche di intensità costante e per diversi minuti direttamente sullo scalpo mediante elettrodi: anodo (negativo)  e catodo (positivo). Queste correnti generano un campo elettrico che modula l’attività neurale ed alterano la frequenza di scarica dei neuroni inducendo un cambiamento nella polarizzazione della membrana neurale. La tDCS anodica depolarizza la membrana cellulare dei neuroni favorendo quindi la loro eccitabilità, quella catodica iperpolarizza i neruoni, ha effetti inibitori e quindi li rende meno propensi a comunicare, cioè a rilasciare neurotrasmettitori. Dati sperimentali dimostrano che è possibile ottenere degli effetti che dipendono dal tipo di stimolazione, cioè: aumentare (facilitare) o ridurre (inibire) l’eccitabilità di un area cerebrale sulla base del tipo di stimolazione applicata.  Nello specifico la tDCS permette una stimolazione anodica che riduce l’attività GABAergica la quale provoca un'eccitazione dell'attività neuronale, ed una stimolazione catodica che riduce l’attività glutammatergica che invece riduce-inibisce l’attività neuronale. Se la stimolazione viene praticata più volte è possibile rendere le modificazioni più stabili e durature supportando durevolmente le modificazioni del desiderio anche dopo la fine della stimolazione e rendendo possibile  migliorare la prestazione in numerosi compiti cognitivi. Gli elettrodi sono costituiti da una spugna sintetica imbevuta di una soluzione salina per l’aumento di conduttività quindi impianti metallici all’interno del cranio o dispositivi impiantati che conducono corrente elettrica sono le uniche controindicazioni per il trattamento.

L’attivazione di questa tecnica essendo in grado di modificare i processi decisionali (condividono meccanismi comuni con i comportamenti impulsivi osservati nelle dipendenze) li rende più responsivi ad una stimolazione riabilitativa comportamentale, il trattamento combinato delle due tecniche potrebbe rendere più efficaci i loro effetti individuali.


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